E' curioso che ci chiedate di scrivere per il vostro catalogo in Giappone su Stan Brakhage. Il film 'trailer' che Brakhage dovera fare per il Torino-filmfestival, dopo la sua scomparsa, viene ora chiesto a noi. sarà una immagine in movimento, pittorica, chimica, un materiale filmico in decomposizione. che crea 'pattern' moduli astratti, di fiori, di funghi ammuffiti.
Verso la metà degli anni '60, a casa di un amico, una sera, forse a Venezia, vediamo un film in 8mm, un 'song' di Stan Brakhage che lui si stampava da se ed inviava per posta a chi glielo chiedeva, per qualche dollaro. Ricordo la forte impressione provata nel vedere la piccola imaggine che contenava in sè l'essenza del suo lavoro futuro, balenare proiettata su di un muro per una durata di non più di 3 minuti.
Il libro 'Metafore della Visione' uscito in Italia poco più tardi, è ancora nella nostra libreria, consunto, si è salvato nei vari traslochi. Letto come un romanzo ed un 'manuale tecnico', è forse il tramite, l'inizio del nostro fare film. Ci indicava una via diversa, alternativa, d'avanguardia' per un cinema che intendevamo allora fare. L'autore da solo, inizio dela grande diario di vita visto attraverso la propria camera.
Ci domandiano ora, quanta gente confusa sia stata spinta da queste pagine, a prendere in mano una piccola cinepresa 8mm ed abbia continuato nel tempo. Libro che mostrava la via.
Durante i nostri tour negli USA nei primmi anni '80, non abbiamo mai incontrato Stan Brakhage, ci siamo più volte sfiorati, a Minneapolis, New York, San Francisco, Los Angeles, El Paso, etc. dormendo nello stesso so schermo di una sala buia. Case, letti, schermi.
Sentiamo ancora una vicinanza tra lui e noi, il continuare a vivere accanto alla 'materia filmica'.
P.S. a Sarajevo nel 1995, durante la guerra, abbiamo usato per l'ultima volta una piccola cinepresa 8mm, per fiassare indelebilmente le ferite dei corpi e della città. Forse un 'song'.
Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi
Nenhum comentário:
Postar um comentário